E un vecchio sacerdote disse: Parlaci
della Religione.
Ed egli disse:
Ho parlato d'altro, quest'oggi?
Non è religione ogni riflessione e ogni
atto?
E ciò che non è atto o riflessione, ma
meraviglia e sorpresa che di continuo sgorgano
dall'anima, anche mentre le mani spaccano la
pietra o attendono il telaio?
.
La vostra vita quotidiana è il vostro
tempio e la vostra religione.
.
E se volete conoscere Dio, non siate
per questo dei solutori di enigmi.
Guardatevi intorno, piuttosto, e lo vedrete
giocare con i vostri bambini. E guardate nello
spazio, lo vedrete camminare nella nuvola, stendere
le Sue braccia nei fulmini e scendere in pioggia.
Lo vedrete sorridere nei fiori, poi levarsi
e agitare le Sue mani negli alberi.
Gibran
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Il nostro Dio è un Dio che comunica che entra
in dialogo amichevole con l'uomo, che si rivela
nella storia. Dopo aver parlato ai padri per
mezzo dei profeti, manda a noi suo Figlio fatto
carne, che parla le parole di Dio, ma con il
linguaggio umano, per farsi comprendere e per
farci conoscere il Padre. Gesù ha affidato agli
apostoli e ai loro successori la missione di
evangelizzare, di proclamare a tutti il Vangelo.
Se ai tempi di Gesù questo voleva dire salire
sui tetti e percorrere il mondo a piedi, oggi
vuol dire servirsi delle meravigliose invenzioni
tecniche (tra cui la radio, la televisione,
la stampa, il cinema, internet.), che permettono
di raggiungere non solo i singoli, ma intere
masse e la stessa umanità. L'evangelizzazione
si rinnova, la Chiesa va incontro alle nuove
generazioni e vuole rivolgersi ad esse utilizzando
la loro lingua, i loro segni e simboli, riconoscendo
i grandi vantaggi offerti dagli strumenti di
comunicazione sociale, se ben adoperati. |
Una sezione sulla religione,
quindi, per comunicare, per informare, per cercare
di capire il fenomeno religioso nel nostro paese,
come era vissuto il bisogno di sacro ieri e
come è vissuto oggi, per conoscere un Dio che
non è solo la dottrina che ci hanno insegnato
al catechismo, non è un Dio barbuto e muscoloso,
severo giustiziere verso il quale nutrire solo
rispetto. "Tutti prendono Dio talmente sul serio
-dice Jaleddine Rumi- da renderlo mortalmente
noioso. Gioca con Dio, figliolo. È un compagno
di giochi incomparabile!". Spesso quando mi
parlavano di Dio mi annoiavo e immaginavo solo
volti tristi, cupi, vecchie suore acide, preti
lontani dalla tua realtà, che ti parlano di
un Dio che fa paura perché è il Dio del "non
devi" e del "devi" e sembrano incapaci di capire
chi sceglie di vivere nel mondo. Poi, piano
piano, ho scoperto che non è così.
Esistono preti che sorridono
e hanno volti allegri, felici, innamorati che,
con voce rassicurante, ti dicono: ".non preoccuparti,
ricorda che Dio è Padre, è Papà e ti vuole bene".
In questo modo fa meno paura avvicinarsi, è
più naturale. Poi il desiderio di pregare, di
confessarsi, di andare a messa nasce spontaneo
perché l'amore è così: cresce. Ci sono laici
che pur vivendo nel mondo provano a seguire
Gesù senza far niente di eccezionale, niente
che richieda capacità straordinarie, solo un
po' di buona volontà. Si mettono a disposizione
degli altri e adempiono, più o meno consapevolmente,
ad uno degli insegnamenti fondamentali che Gesù
ci ha lasciato: "Se dunque io il Signore e il
Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi
dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi
ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto
io, facciate anche voi" (Gv 13,14-16). È facile
riconoscere queste persone, sono quelle che
pur tra mille impegni, tra difficoltà e preoccupazioni
hanno sempre un sorriso da dare.
C'è chi sostiene che il contrario
di un popolo cristiano non è un popolo pagano,
ma un popolo triste, che "il riso è il nostro
modo di farci il segno della croce": il nostro
modo di dimostrarci cristiani. Ma Gesù rideva?
Alcuni hanno detto che non ha mai riso! ".come
si spiega, allora, che al suo passaggio il pianto
si trasformava in serenità, l'angoscia in speranza,
la morte in vita? Come spiegare il suo genio
nel trasformare uomini stanchi e delusi in slanci
vitali? Come spiegare l'accusa dei furibondi
farisei di essere 'una buona forchetta' (Mt
11,19)? Una faccia da funerale un salice piangente,
non ama i pranzi, le nozze, i banchetti. Ancora.
Come avrebbe potuto attirare i bambini e tanta
gente semplice se fosse stato un burbero, un
triste, un accigliato? Insomma Gesù ha sorriso.
Eccome!" (Pino Pellegrino).
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