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MARIO
TANNO: QUANDO LA TRADIZIONE DIVENTA DOCUMENTO |
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Mario
Tanno a Ripalimosani è conosciuto da
tutti, dai più piccoli ai più
anziani, dall’impiegato all’agricoltore,
dallo studente allo scolaro. Egli si è
appassionatamente dedicato per anni, con slancio
ed intelligenza, ad un aspetto della vita che
è testimonianza della propria appartenenza
senza distinzione di età, sesso o ceto
sociale: la tradizione popolare.
E' stato lui ad andare incontro al "paesano"
per conoscere, cercare caparbiamente ogni particolare
e curiosità su fatti antichi ed attuali
del paese, analizzare il personaggio ed afferrare
il senso della tradizione, rimanendo alla fine
ogni volta stupito e divenendo lui stesso parte
integrante e motore di quella corrente naìf
come arte culturale ma soprattutto popolare. |
Mario
Tanno nasce l’8 marzo 1945 a Ripalimosani
da una famiglia artigiana, è ultimo di
sette figli e gemello ad una sorella. Compie
gli studi tra Lecce, Vico Equense (NA) ed infine
si diploma al magistrale di Campobasso. Inizia
ad insegnare a Milano verso la fine degli anni
sessanta e successivamente ritorna in Molise
dove insegna a Montagano, Castelmauro, Vinchiaturo
ed infine a Ripalimosani.
Nel 1976 comincia la sua lunga avventura di
ricerca popolare quando gli viene affidata l’organizzazione
della “Mascherata”: simpatica manifestazione
ripese di carnevale in cui musicisti, attori
e cantanti si riuniscono insieme e portano in
giro per le vie del paese uno spettacolo ironico
che si ripete più volte nell’arco
della giornata.
E’ questo un anno intenso per Mario, sia
sotto l’aspetto musicale che umano, in
quanto come autore e “concertatore”
della Mascherata deve trovare le persone adatte
per i vari ruoli e raggiungere nel complesso
un risultato armonioso. Apporta allo spettacolo
delle innovazioni vincenti e scopre dei suonatori
estremamente semplici e sensibili ai veri valori
della vita, disponibili e con un immenso amore
per la musica.
Alla Mascherata introduce i famosi “Coccioloni”:
caricature di personaggi fatti in cartapesta
e portati in giro sulla spalla; dà un
filo conduttore alle scenette e si serve del
valido appoggio di un coro femminile per le
canzoni e le marcette. |
Mario
Tanno con Nilla Pizzi (1965) |
Mario
Tanno nei panni del
"concertatore" della mascherata
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Nell’edizione
del ’76 Mario esordisce come “concertatore”
e coautore; l’organizza poi negli anni
successivi: nel 1977, 1978 e 1979. Nel 1987
fa “Rosa”: la storia di una donna
che aveva molti pretendenti ma anche molte “malelingue”.
Nel 1991 fu la volta di “U Merecane”:
la storia di un paesano che, ritornato dall’America
del nord pieno di dollari, scopre poi di avere
mille parenti. Altro successo nel 1995 con “Chije
è a lluteme” rimembra i vecchi
tempi quando le donne facevano la fila alla
fontana per riempire le tine d’acqua e
nell’attesa parlavano dei vari problemi
della vita. L’edizione del
1996 con “Il Revival”: la raccolta
delle scenette e delle canzoni più belle
delle passate edizioni.
Nel 2009 è autore e concertatore di "A Zetèlle" e nel 2014 "E mo ze spose Biancarosa".
Il suo amore per la musica, trasmessogli dal
padre (Adolfo) violinista, lo porta ad approfondire l’amicizia
con i suonatori ripesi. Dalla Mascherata del
’76, quando riunì i cosiddetti
“orecchisti” con in conoscitori
del pentagramma, nacque fra di loro un sincero
rapporto d’intendimento tanto che il 1°
gennaio del 1980 tutti insieme appassionatamente
aprirono il circolo musicale “P. Mascagni”,
che divenne poi la culla del futuro mitico complesso
ripese: “I Plettri”, che era formato da validissimi mandolinisti e chitarristi.
Come non ricordare le serate tra amici animate
da Mario che, armato di chitarra ed armonica,
pur non conoscendo la musica, riusciva ad intrattenere
tutti senza mai stancarsi, con la sua allegria
e capacità di coinvolgere tutti. Virtù,
questa, di cui i Plettri si sono ben serviti
e di cui non potrebbero farne a meno. Centinaia sono stati i posti e gli eventi dove si sono esibiti sia in Italia e sia all'estero, in Canada nel 1999 e in Irlanda nel 2006 lui e Nino Iammarino.
Accanto alla musica c’è, tra gli
interessi di Mario Tanno, la storia, specie
quella su Ripalimosani. Molto interessante è
quella che rievoca la storia vera di un gruppo
di donne con a capo Rebecca Camposarcuno che
nei primi decenni del novecento organizzarono
la “rivolta del grano” contro i
soprusi del governo locale che obbligava i contadini
alla consegna di una certa quantità di
grano destinata all’esercito.
Dopo mesi e mesi di ricerche e di lavoro, Mario
riesce a rappresentare questo avvenimento in
piazza a Ripa, il 14 agosto 1982. Sul set ci
sono più di ottanta attori ripesi con
a capo la protagonista interpretata dalla compianta
Franca Cannavina e diretti dal regista di origine
ripese, Massimo De Vita, direttore tutt’ora
del Teatro Officina di Milano. Il lavoro, ripreso
e trasmesso su Rai 3, vince un premio nazionale
al Festival del Cinema di Salerno nel settore
“Etnie: storie di donne”. (1983)
Nel 2007 viene rappresentato al Teatro Comunale "E io protesto", dove Mario ha voluto ripercorrere molti eventi quando i ripesi si sono contraddistinti per il loro carattere poco propenso al servilismo.
Nel 2010 è la volta di "Miseria" rappresentato a Ripa e a Guglionesi e nel 2015 "L'altra faccia del paese". |
Il
"Plettro" Mario Tanno |
Una
scena di "Rebecca: la rivolta del grano"
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Divenuto ormai figura popolare a Ripa, Mario
viene nominato presidente della PRO-LOCO nel
1983 ed anche qui la sua carica innovativa
porta buoni frutti. L’anno successivo
crea la manifestazione estiva “Ripa
Estate”: cartellone delle varie serate
estive d’intrattenimento studiato per
accontentare ogni tipo di spettatore e dove
non manca sia lo spazio del concerto che quello
culturale o quello sportivo. Lunga sarebbe
la lista degli spettacoli che hanno fatto
divertire e crescere i ripesi e di cui ancora
oggi a questa manifestazione sono grandemente
affezionati.
Un'altra sua innovazione è stata la
trasformazione, nel 1990, della “Festa
delle Quercigliole” in “Palio
delle Contrade”. La tradizione centenaria
ripese, dedicata alla Madonna della Neve,
consiste in una corsa di cavalli che si svolge
il 12 agosto di ogni anno in una località
di Ripalimosani detta “Quercigliole”.
Mario introduce, per movimentarla e renderla
più viva, l’assegnazione ad ogni
cavallo di una Contrada di Ripa, esattamente
come avviene per il più famoso Palio
di Siena.
La storia continua con la costruzione di quattro
grandi palazzi nei pressi del “Morgione”.
Molte famiglie, dal centro storico, si trasferirono
in questi “moderni” appartamenti
realizzati negli anni settanta dall’impresa
Sollazzo di Ripa; ma ben presto ci si rese
conto dei nuovi disagi nel convivere in un
grande condominio rimpiangendo, alla fine,
le piccole case di pietra. Mario Tanno per
sdrammatizzare il tutto compose una simpatica
ed ironica canzone in dialetto dedicata a
queste case intitolata appunto “I Case
Sollazze”, divenne subito tanto apprezzata
e popolare che, nel 1987, decise di pubblicarla
su disco a 45 giri; fu questa anche la prima
incisione musicale della storia di Ripa.
Tra i vari riconoscimenti che Mario ha avuto,
cito il premio “Francesco Sollazzo”
conferitogli nel 1996 con la seguente motivazione:
“Noi siamo il nostro passato. Bene l’ha
compreso Mario Tanno che, dimostrando amore
per Ripalimosani, con genialità, competenza
e generosità d’impegno, ne ha
riscoperto e riproposto le lontane suggestive
tradizioni come un patrimonio da consegnare
alle nuove generazioni”.
Negli ultimi anni si sta dedicando soprattutto
alla storia ed alla ricerca dei documenti
antichi sul paese, nel 1999 riorganizza e
cataloga l’archivio parrocchiale, l’anno
successivo collabora con Padre Romualdo Lopardo
per il riordino e la classificazione della
biblioteca del Convento OMI.
Mario non finisce di stupire e nel duemila
scrive il libro: “Di Corda in Corda.
Viaggio nella tradizione mandolinistica di
Ripalimosani” (Campobasso, Edizioni
Enne, 2001). E’ un manuale pratico e
completo che il nostro autore ha doverosamente
dedicato alla storia dei mandolinisti nostrani
di cui Ripa vanta un altissimo nome in tutto
il Mezzogiorno. Parte dalle notizie certe
risalenti alla fine dell’ottocento ed
in un viaggio appassionante, descrivendo l’inedito
ruolo delle barberie che fungevano da conservatorio
dell’epoca, corredato da una ricca raccolta
fotografica, arriva al gruppo dei Plettri,
con il loro primo CD abbinato al volume che
raccoglie un saggio delle più belle
melodie suonate dagli antichi mandolinisti.
Le ultime fatiche, in ordine di tempo, sono
i libri: "Ripalimosani e le sue Chiese"
(Tipolitografia Lampo snc - CB, 2001) che
è la ricerca minuziosa e la descrizione
di tutti gli edifici religiosi presenti e
passati in tutto il territorio di Ripalimosani;
ed il libro "Sorgenti, fonti e fontane
di Ripalimosani" (Tipolitografia Foto
Lampo, 2005) scritto in collaborazione con
Concetta Maria Sollazzo e la classe I A dell'Ist.
Comprensivo di Ripalimosani. Il libro descrive
tutte le opere esistenti nel territorio di
Ripalimosani che hanno a che fare con l'acqua
potabile, a partire dall fontane fino ai serbatoi,
pozzi e fontanini.
Nel 2006 esce "Ripalimosani - luoghi e volti della memoria", una lettura della storia e delle tradizioni ripesi attraverso ottiche diverse da quelle canoniche, il recupero della memoria storica del paese attraverso appunti i "luoghi" (la toponomastica, gli stemmi nobiliari) e i "volti" (i personaggi, gli artisti, le tradizioni).
Cura e ripubblica
due preziosi e antichi manoscritti di Nicola Marinelli: "Viaggio nell'Italia centrale e settentrionale" (2009) e "Ripalimosani e il suo feudal castello" (2012).
Nel 2013
esce con "Il patrimonio arboreo di Ripalimosani" bellissima e inedita pubblicazione dove dà la voce ad ogni albero e specie arborea esistente sul territorio comunale.
Ha voluto dedicarsi anche alla storia delle due grandi feste di Ripalimosani pubblicando due opuscoli del 2009: "S. Maria della Neve" e "S. Michele Arcangelo" patrono del paese.
Ma Mario, quale cultore e conoscitore esperto delle tradizioni non solo ripesi, nel 2010 viene chiamato per la pubblicazione di "Trova Molise" (Regia Edizioni), una guida completa turistica molisana per scoprire i tesori storici, architettonici, culturali e gastronomici di tutti i borghi del Molise.
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La
copertina del disco "I Case Sollazze"
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Il
libro "Di Corda in Corda" pìù
il CD dei "Plettri"
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In
tutti questi lunghi anni di costante impegno e fattività,
Mario Tanno si inserisce fra i personaggi chiave
della storia di Ripalimosani. Grazie al suo
operato, tutto ampiamente documentato e registrato,
ora anche e soprattutto le persone semplici
ed umili entrano nel panorama artistico, storico-culturale
di cui la nostra terra non ne è stata
mai priva e che ha ancora parecchio da raccontare.
Si riporta, infine, la splendida poesia che
ha affettuosamente dedicato al suo amato paese
natio: |
Pejese che piere u
presebbie
errempecate tra morge de tufe
chi case emmecchiete, chi mure sbellate,
chi vicuele stritte, chi vije ellemate,
te voglie bbene, pejese.
Te voglie bbene perché ce so nate,
perché te chenosche vije pe vije,
case pe case, prete pe prete
perché ce stanne l’amice e i periente,
perché ce sta mamma.
Tu ch’eddure de terre e de grane,
de sedore de fiene e de pane,
quante vote mi tote pe mmane
uanne steve lentane.
Te vuoglie bbene, pejese,
perché tu sole mi fatte scheprì
a bellezze di cose chiù ninne:
u chentà di cellucce, u spentà de
nu sciore,
u lecchiuè di uegliù, u sboccià
de n’amore.
Siè belle, pejese de mille e cchiù
scale,
de ville, de piazze e pel azze,
de chiese eddebbate,
de vuosche, de cuolle e vellate,
de gente efferose e sencere
che vive che te e che spere
dè petè remenè sempre quà. |
Paese
che sembri il presepe
arrampicato
tra "morge" di tufo
con le case
ammucchiate, con le mura diroccate,
con i vicoli
stretti, con le vie infangate,
ti voglio
bene, paese.
Ti voglio
bene perché ci sono nato,
perché ti
conosco via dopo via,
casa dopo
casa, pietra dopo pietra,
perché ci
sono gli amici e i parenti,
perché qui
vive mamma.
Tu che odori
di terra e di grano,
di sudore,
di fieno e di pane,
quante volte
mi hai preso per mano
quando ero
lontano.
Ti voglio
bene, paese,
perché tu
solo mi hai fatto scoprire
la bellezza
delle piccole cose:
il cantare
degli uccelli, lo spuntare di un fiore,
il gridare
dei bimbi, lo sbocciare di un amore.
Sei bello
paese di mille e più scale,
di ville,
di piazze e palazzi,
di chiese
adornate,
di boschi,
di colli e vallate,
di gente
attiva e sincera
che vive
con te e che spera
di poter
rimanere sempre qua |
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