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sezione a cura di Scarysmile
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Postato REFERENDUM 12/13 GIUGNO
07-06-2005
by vincenzo

scusate se vi disturbo,

ma vorrei lanciare a tutti i navigatori un piccolo appello:

per favore il 12 e il 13 giugno andate a votare.

votate secondo coscienza SI o NO, ma non lasciate evaso il vostro diritto di esprimervi su una questione cruciale che riguarda temi troppo importanti come la possibilità di garantire a tutti il piacere di avere un figlio e l'avanzamento della ricerca contro tante, molte malattie.....

io sono un sostenitore del SI, ma rispetto quanti voteranno NO....

ma ripeto, ancora una volta, stiamo parlando di materie troppo importanti che ci riguardano per non esprimere chiaramente una nostra opinione.

scusate il disturbo

buona giornata a tutti

vincenzo giannantonio



07-06-2005
by angelo

Finora avevo evitato di intervenire sull'argomento dei referendum,ma siccome ho visto che qualcuno (Vincenzo) è intervenuto con il suo appello,(legittimamente,si intende)volevo dire che sono d'accordo con lui quando parla di argomenti troppo importanti che ci riguardano per non esprimere una nostra opinione.Semplicemente,credo,che l'opinione si possa esprimere sia andando a votare si o no all'abrogazione della legge 40,ma anche non andando a votare per far in modo che la legge medesima (non perfetta ma migliorabile e comunque meglio della mancanza di regole che c'era prima) resti in vigore.Io,per esempio,non andrò a votare.Grazie,e buona giornata a tutti.
Angelo Cannavina
07-06-2005
by vincenzo

Caro Angelo,

intanto ti saluto.

credo che ogni idea sia meritevole di rispetto, al tempo stesso credo che è più corretto esprimere - come naturale in una società liberale - chiarmanete le proprie idee.

giorni fa, sul corriere della sera c'era un articolo di ostellino che spiegava come in una società liberale le opinioni si contano.

in questo caso se si chiamano i cittadini ad esprimersi su una legge, credo sia giusto che ciascuno dica se la condivide o meno.

per questi motivi come tu legittimamente dici la legge 40 ha previsto una prima regolamentazione, bene questo dovrebbe farti dire NO al referendum abrogativo.

al contrario io dico Si per altrettante buone ragioni.

l'astensione, invece, serve solamente a "boicottare" (scusami il termine) la possibilità di far esprimere tutti i cittadini su un tema così importante.

un'ultima cosa, tu dici che la legge 40 è migliorabilie, io mi sono informato e ho letto che i limiti imposti dalla legge non hanno eguali nel resto del mondo....

inoltre, mi colpisce che la stragrande maggioranza degli scienziati in tutto il mondo (mi pare che questo sia senza ombra di dubbio) sia contraria a limiti cosi invasivi come quelli offerti dalla legge 40 allo sviluppo della ricerca.

un caro saluto

vincenzo

allego un articolo - intervista con il nobel dulbecco

La legge 40 è folle. E umiliante per la medicina. Perché impedisce di combattere i killer del nostro tempo. Parola di Nobel colloquio con Renato Dulbecco






È un'umiliazione per la medicina: non è tenero il giudizio sulla legge 40 del premio Nobel per la medicina e presidente onorario del Comitato scientifico internazionale di Telethon, Renato Dulbecco. Lui se ne sta laggiù, nella terra della speranza per ogni bioscienziato, la California che a stragrande maggioranza ha approvato con uno specifico referendum popolare una disposizione che autorizza e finanzia la ricerca sulle cellule staminali embrionali. E guarda al referendum che aspetta la sua povera Italia con un misto di incredulità e sconforto.

No, gli scienziati proprio non capiscono perché, per legge, da un lato si impedisca loro di cercare terapie per i peggiori mali; e, dall'altro, si proibisca di usare quanto hanno scoperto sino a oggi per prevenire la nascita di bambini malformati, destinati a una vita di sofferenze, come fa questa legge con lo stigma sulla diagnosi prenatale. E Dulbecco, presidente emerito del Salk Institute for Biological Studies a La Jolla, è come gli altri: rispettoso di ogni convinzione religiosa, ma profondamente convinto che scienza e religione siano linguaggi affatto diversi, e che, in fondo, la teologia non c'entri niente con la medicina e il suo dovere di curare le malattie: un mandato molto terreno, molto più semplice di qualunque disquisizione etica.

Professor Dulbecco, il 12 giugno gli italiani saranno chiamati a pronunciarsi sul referendum abrogativo di quattro articoli della Legge 40-2004. Uno di questi quesiti propone agli elettori di eliminare le norme che vietano qualunque tipo di ricerca scientifica su embrioni a qualunque stadio di sviluppo, estendendo il divieto non soltanto agli embrioni che si produrranno nel futuro ma anche a quelli sino a oggi congelati. Cosa ci perdiamo?
«Sappiamo ben poco di queste cellule. Ma ciò che sappiamo ci indica chiaramente che possono essere la strada per arrivare a battere i grandi killer del nostro tempo, dall'Alzheimer, al Parkinson al cancro».

Alcuni importanti scienziati sostengono che le staminali embrionali non sono indispensabili. E che le terapie più promettenti si incontrano lavorando sulle cellule staminali adulte che non pongono problemi etici. È d'accordo?
«Questo è un argomento di cui si è dibattuto a lungo e su cui è bene essere chiari. Inizialmente si pensava che le cellule staminali potessero essere trovate soltanto negli embrioni, vero e proprio serbatoio di cellule indifferenziate capaci di generare, e quindi rigenerare in caso di malattia, tutti i tessuti del corpo umano. Poi, si è scoperto, invece, che quasi tutti gli organi hanno cellule staminali progredite che hanno funzioni specifiche in quel particolare organo e che possono essere utilizzate per ripararlo. Non solo, altri studiosi hanno riscontrato come queste cellule d'organo possano dar luogo a diversi tessuti, e questa scoperta ha fatto pensare che si potesse rinunciare alle embrionali. Ma non è così. Innanzitutto perché altre ricerche hanno dimostrato che le staminali dei diversi organi non sono così potenti come le embrionali. E poi, perché, comunque noi non sappiamo esattamente quali siano tutte le loro potenzialità».

Insomma, limitare il lavoro scientifico alle staminali adulte significa rinunciare a sapere cosa c'è dietro l'angolo?
«Esattamente. Ma non solo. Perché noi sappiamo bene che, se è vero che le staminali di ogni organo possono essere utilizzate per riparare quell'organo, e che le staminali del midollo osseo possono funzionare in diversi organi, sappiamo anche che le embrionali possono rigenerare qualunque cosa. Dunque, sappiamo che non c'è paragone tra quanto si può fare con le adulte, e già oggi spesso si fa per fortuna, e quello che si farà con le embrionali».

Cinicamente si potrebbe però dire: questi sono studi che pongono problemi etici, lasciamoli fare agli altri, godremo ugualmente dei risultati della ricerca fatta in paesi che hanno una diversa sensibilità religiosa.
«In Italia questa è la regola. Prenda ad esempio la ricerca farmaceutica: un tempo in Italia se ne faceva tanta e di buona qualità, e c'erano industrie in grado di produrre terapie innovative. Oggi, non è più così. L'Italia è solo un mercato di farmaci studiati e pensati altrove che noi ci limitiamo a comprare senza poter influire sul modo in cui sono stati scoperti o sulle regole che ne determinano efficacia e sicurezza. Sarà così anche per le terapie messe a punto grazie alle cellule staminali».

Questo ha dei costi sul piano della modernizzazione del paese?
«Lei che ne dice?».

Condannati all'emarginazione scientifica, dunque. Ma forse anche un po' opportunisti: quanto è etico mettere la testa sotto la sabbia sapendo che tanto poi godremo ugualmente dei benefici delle staminali?
«Se dobbiamo discutere di questi temi, che esulano l'ambito scientifico, io premetto che rispetto tutte le opinioni. Io ho la mia, ma insomma...».

E qual è la sua?
«Penso che dobbiamo cercare di fare bene il nostro mestiere: cercare terapie per le malattie che affliggono l'uomo. E per far questo è necessario che ci diano i mezzi per farlo. Impedirci di lavorare sugli embrioni non ci mette nelle condizioni migliori».

Ma un paletto alla ricerca deve pur esserci?
«Sì, e in molti paesi ci sono limitazioni all'uso degli embrioni umani per la ricerca biomedica che stabiliscono il limite dei 14 giorni dalla fertilizzazione del gamete femminile, oltre i quali scatta il divieto. Mi pare un limite scientificamente ragionevole e accettabile».

È il dettato della legge inglese. Ma il nostro è un paese cattolico.
«È vero, e nel rispetto delle convinzioni di ciascuno possiamo anche discutere ulteriori limitazioni. A molti, a esempio, sembra ottuso il divieto di utilizzare gli embrioni congelati, risultato di precedenti interventi di fecondazione assistita e mai impiantati nell'utero della madre. Sono embrioni destinati a morire, e a essere buttati via: perché non accettare che siano donati alla scienza per la ricerca di nuove terapie».

È quanto chiede l'Accademia dei Lincei. E quanto molti scienziati cattolici indicano come un terreno di compromesso possibile.
«Ho detto che non esprimo opinioni sulle convinzioni religiose, io mi occupo di cose medico-scientifiche. So soltanto che gli embrioni che giacciono congelati basterebbero a lavorare tantissimi anni e a permetterci di scoprire nuove strade».

Un altro dei quesiti referendari riguarda la proibizione, sancita dalla Legge 40, di effettuare diagnosi precoce sugli embrioni. Secondo lei, ha senso?
«Non ha nessun senso. Mettiamoci davanti a questo piccolo numero di cellule che viene chiamato embrione: potergli prelevare una cellula per sapere se è affetto da malattie gravi a me pare un grande progresso medico, molto utile per l'uomo. Proibirlo è un insulto alla medicina».

Non crede allora che questo divieto sia umiliante per i genetisti impegnati a prevenire queste malattie?
«Noi lavoriamo per battere le patologie che affliggono l'umanità. E molto del lavoro dei genetisti ha proprio come immediata applicazione la possibilità di scoprire le malattie ereditarie. Se la legge impedisce di mettere in pratica questo lavoro, io francamente non capisco perché si continui a fare ricerca scientifica».

Cosa ci preclude allora questa legge?
«Pensiamo alla possibilità che ci offre la terapia genica sull'embrione: prelevare qualche cellula e curare molte malattie terribili che affliggeranno il bambino e l'adulto. Senza il lavoro scientifico sull'embrione questo non sarà mai possibile, ad esempio. Ma l'elenco è lungo».

Lei vota in Italia?
«No».

E cosa consiglia agli elettori italiani?
«Quattro sì. Per battere i grandi killer».

07-06-2005
by VINCENZO

scusatemi se vi assillo ancora, prometto che non rompo più.....

ma visto che le mie parole lasciano il tempo che trovano, allego un appello lanciato dai più noti scienziati impegnati nella ricerca biomedica (AMERICANI, INGLESI, ITALIANI, FRANCESI....) a favore dei 4 si nel referendum del 12 e 13 di giugno.

scusatemi ancora, ma la posta in gioco e alta......

vincenzo


articolo tratto dal quotidiano LA REPUBBLICA

In un documento si auspica il successo dei referendum del 12 e 13 giugno
perché "l'Italia deve essere in prima fila nella ricerca biomedica"

Fecondazione, gli scienziati europei
al fianco dei colleghi italiani per il Sì

Tra i firmatari le massime autorità nello studio delle staminali
e i nostri premi Nobel Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini


Rita Levi Monatlcini e Renato Dulbecco
ROMA - Un documento di solidarietà verso i ricercatori italiani impegnati nel campo delle cellule staminali è stato sottoscritto dai più importanti studiosi europei in materia. Nel documento, che porta la firma anche dei premi Nobel Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini, si auspica l'esito positivo del referendum del 12 e 13 giugno, ricordando l'importanza della ricerca in questo campo.

"L'Italia - si legge nel manifesto - deve essere in prima linea nella ricerca biomedica, in modo da ricevere pienamente i benefici derivati dalla scoperta di nuovi farmaci e trattamenti". Per questi motivi, sostengono i firmatari del documento, "auspichiamo vivamente che il referendum del 12-13 giugno porti un sì per il diritto dei nostri colleghi a condurre la ricerca sulle cellule staminali embrionali umane. Sosteniamo, quindi, la loro azione decisiva in favore di questo risultato che interessa l'intera comunità scientifica".

Alla luce della legge sulla fecondazione artificiale, rilevano infatti i ricercatori nell'appello diffuso oggi, gli scienziati italiani rischiano di essere tagliati fuori dal circuito scientifico internazionale. "Compito degli scienziati - affermano - è studiare le cellule staminali embrionali e adulte in parallelo, con rigore metodologico e senza pregiudizi".

Di conseguenza, rilevano, "da un punto di vista scientifico non vi è alcuna giustificazione all'affermazione che la ricerca sulle cellule staminali embrionali e quella sulle cellule staminali adulte si escludano l'una con l'altra. Rifiutiamo quindi completamente l'affermazione che la ricerca sulle cellule staminali embrionali non sia indispensabile".

Tra i firmatari del documento, oltre ai due premi Nobel italiani, compaiono i nomi di personaggi di primo piano della ricerca mondiale in servizio presso centri scientifici di eccellenza come l'Università americana di Yale, gli atenei europei di Cambridge, Edimburgo, Lund, Bonn, Madrid e Zurigo, l'Istituto Pasteur, il Consiglio Nazionale delle Ricerche francese CNRS e l'Istituto europeo per le ricerche sul cervello (EBRI).

Tra le firme più illustri da citare quella di Ann McLaren, dell'istituto di Biologia dello sviluppo dell'università di Cambridge e membro del comitato europeo di Bioetica, quelle di autorevoli esperti della ricerca sulle cellule staminali e il sostegno dell'ex commissario europeo alla Ricerca Philippe Busquin.

07-06-2005
by Mattia

io andrò a votare, qui dove lavoro, e non a ripa, dove risiedo, grazie al comitato per il sì che mi ha iscritto come rappresentante di lista.

Io vado a votare, anche se non ho molte certezze

ciao ciao
07-06-2005
by carbonaro 3

Torno su un punto che Vincenzo ed Angelo hanno toccato, quello dell'astensione: parto anch'io dalle convinzioni di Angelo, cioè che la legge 40 sia migliorabile, anzi deve essere migliorata però poi penso...da chi dovrebbe essere migliorata?
Dalla prosima classe di politici che ricoprirà i ruoli che ora sono ricoperti dal centro destra?

Io credo che la legge, le leggi, non debbano vivere e dipendere esclusivamente dagli umori di uno schieramento politico, soprattutto per questioni delicate come la procreazione ma seguire le indicazioni dei comuni mortali, dei cittadini e, in questo caso il comitato promotore ha tentato di mettere alcuni "paletti".

4 sono i paletti sui quali si chiede agli italiani un SI o un NO, poi ben vengano successive modifiche e perfezionamenti...basta prendere posizione.

Ecco perchè non capisco, di fronte ad un referendum, la ricerca della terza via...della soluzione all'italiana che non è nè carne nè pesce, che mira non a difendere una posizione bensì a fare in modo che il Si o il No non abbiano valore.

L'astensionismo lo comprendo, è un diritto, ma la campagna per l'astensionismo, un movimento d'idee che lo promuove mi sembra francamente antistorico soprattutto perchè, viste le normative europee, basterà solo superare il confine per superare i problemi di sterilità. Ma la ricerca?
Vabbè, vorrà dire che lasceremo anche la ricerca agli altri stati europei.

Un quesito: se in uno stato come la Spagna i ricercatori, attraverso la ricerca sulle cellule staminali, dovessero scoprire un rimedio ad una malettia genetica, potremmo goderne anche noi i frutti o dovremo indire un referendum per stabilire se sia giusto o no?

Buona giornata
Pierluigi
07-06-2005
by angelo

Ricambio i saluti di Vincenzo.Io volevo solo limitarmi a sostenere che le opzioni sono tre; si,no,ed astensione.Quest'ultima è sicuramente la strada migliore per chi vuole che la legge non venga abrogata.Volevo citare le parole del Prof.Vescovi,condirettore dell'Istituto San Raffaele di Milano in un suo libro (Mondadori) "La cura che viene da dentro". "Tutti intuiamo,e noi biologi sappiamo,che i diversi stadi della vita rientrano in un unico,irripetibile(su base prettamente termodinamica,biologica e statistica e non metafisica o religiosa) e inscindibile continuum biologico chiamato essere umano che inizia con la fecondazione dell'ovulo e termina con la morte".E aggiunge "L'apparenza suggerisce che l'embrione sia un grumo di cellule qualsiasi,infatti assomiglia a quello di qualunque mammifero.Ma già dopo solo 4 divisioni cellulari che seguono la fecondazione si riesce a capire se è di topo o di uomo.Se io l'ho fatto con gameti umani,so che è umano dal primo giorno,è quello che ero io alla sua età.Dal momento della fecondazione la cellula originaria evolve,oggettivamente,in un continuum,senza soste nè interruzioni,attraverso le fasi diverse della vita:quella embrionale,fetale,neonatale,adolescenziale,adulta fino alla morte.Tra il primo atto e l'ultimo c'è un essere umano in tutte le sue forme." Questo è ciò che la scienza più all'avanguardia è giunta ad accertare.Poi si può dire che il dato non ci interessa,che preferiamo far prevalere altri interessi,che attribuire dei diritti all'embrione ci complica la vita e che quindi preferiamo scegliere altrimenti,però va fatto a viso aperto.
Angelo Cannavina
07-06-2005
by carbonaro 3

Ciao Angelo...non mi riferivo alla tua scelta o alla tuia dichiarazione di voto ma al comitato ed alle mobilitazioni che promuovono l'astensione e non una scelta precisa.
In fondo votare NO significa lasciare la legge così com'è ed attendere un altra maggioranza parlamentare che decida...mentre dire SI significa abrogare 4 punti (non tutta la legge, quindi non lasciando un vuoto normativo), ed attendere in ogni caso una maggioranza parlamentare che decida.

Scusami se insisto, ma credo fortemente nello strumento referendario (vedi divorzio e aborto) e nella possibilità che i cittadini esprimano il loro parere preciso su argometi delicati come questi.

Per questo mi aspetto che alla domanda rispondano solo SI o solo NO e non "non voglio decidere e non voglio che gli altri decidano per me". E per questo credo che sia "strano" che ci si mobiliti per non far andare gli italiani a votare, a decidere.

Ciao
Pierluigi

08-06-2005
by vincenzo

è ASSORDANTE il silenzio dei tanti - a parte le solite persone, che fino a questo momento hanno espresso le loro opinioni in maniera pacata e civile -che affollano il sito.....

evidentemente a parte le solite miserie locali non è possibile coinvolgere tutte le persone su temi di più ampio respiro.

aimè....

09-06-2005
by SI - SI - SI - SI

L'Italia è uno stato laico e, purtroppo, la presenza troppo ingombrante del Vaticano sta influenzando l'esito di questo referendum. La chiesa si è APERTAMENTE schierata per l'astensione e questo è vergognoso, in quanto dovrebbe al limite solo manifestare il suo pensiero senza fare campagna ATTIVA. Il 12 e 13 giugno non lasciarti influenzare dalla sfera cattolica, vota SI SI SI SI se vuoi salvare la vita di tanti neonati e contribuire allo sviluppo della ricerca scientifica, grazie.
09-06-2005
by Sportlife

Caro 4 volte si la chiesa è scesa in campo perchè credo che questo referendum colpisca direttmente uno dei pilastri della chiesa stessa è cioè la vita è Dio che la crea non l'uomo per questo molte persone cattoliche approvano ciò che la chiesa sta facendo per invitare la gente ad astenersi. Ciao
09-06-2005
by carbonaro 3

Credo francamente che la chiesa, proprio per la laicità che regola i rapporti con lo stato, debba prendere posizione, e lo ha fatto...così come lo fanno tutti. Ma le idee della chiesa (mi chiedo però come faccia il clero a parlare di fecondazione!!!) non mi spaventano, perchè partono da un dogma al quale si può o non si può credere.

Quello che non credo sia giusto (a scanso di equivoci utilizzo le parole di Gianfranco Fini) è "che alcune cariche dello stato, in particolare il presidente della Camera e quello del Senato, invitino i cittadini a non recarsi alle urne senza pensare al ruolo istituzionale che occupano, all'influenza che possono esercitare".

In pratica invitano i cittadini a non esercitare un diritto ma anche un dovere civico, quello della partecipazione al voto che è la base della democrazia.
Questo è scandaloso.

Ciao
Pierluigi

09-06-2005
by Sportlife

Pur essendo daccordo con il tipo di invito effettuto dalle cariche dello Stato devo riconoscere però che hai ragione caro Pierluigi anche se (secondo il mio modesto parere) forse in alcuni momenti i politici pur rivestendo determinate cariche soddisfano o cercano di esporre quelle che sono le idee del partito di appartenenza.
09-06-2005
by scarysmile

Voglio fare anch'io una considerazione sull'astensionismo.
Perchè il risultato di un referndum sia considerato valido è necessario che abbai votato il 50% degli aventi diritto + 1.
Secondo me dobbiamo prendere atto di una percentuale di astensionismo "fisiologica" che dovrebbe aggirarsi sul 20% che gioca a favore di chi è contrario al cambiamento. Ora chi è per il NO fa prima a convincere il 30% + 1 degli aventi diritto al voto a non votare (impedendo così di raggiungere il quorum necessario), che ottenere la maggioranza dei voti espressi. Chi si reca a votare il più delle volte lo fa per cambiare la situazione esistente e quindi molto probabilmente voterà per il SI.
Si capisce che è semplicemente una scorciatoia per far vincere il no e quindi raggiungere il proprio obiettivo.
Certo non è corretto che alte cariche istituzionali invitino a non andare a votare, di questo passo (e secondo me la gravità della cosa è tutta qui) si svuota di significato e di importanza l'unico istituto di democrazia diretta che abbiamo nel nostro paese.
09-06-2005
by Presente

Io di solito non entro in questioni di politica perchè questa non mi piace, anche se sono costretto a conviverci, come chiunque abbia l'età per votare.
A scanso di equivoci voglio precisare che sono a favore dei 4 si e per i queli voterò, ma voglio anche rispondere a quelli che dicono che il papa ed il clero non dovrebbero entrare nel merito di questi argomenti: non fatemi ridere, scusate, ma secondo voi di cosa si dobvrebbero occupare?
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