28-06-2005 by nicola | l'8 per mille, qualcosa da sapere.. Se non si sceglie a chi destinare l'8 per mille, automaticamente quei soldi vanno allo Stato. Falso, anzi falsissimo. E' vero il contrario: quei soldi vanno quasi tutti alla Chiesa Cattolica.
Una truffa? No, è la legge sull'8 per mille, entrata in vigore nel 1984. Ma la maggioranza degli italiani non lo sa, e difatti nel 2004 il 62% non ha espresso alcuna preferenza.
Spieghiamo tutto dall'inizio. Ogni anno nel suo 730 il contribuente può scegliere a chi destinare l'8 per mille delle sue tasse. Ha sette opzioni: la Chiesa cattolica, la Chiesa valdese e metodista, i luterani, gli avventisti, la comunità ebraica, le assemblee di Dio in Italia e infine lo Stato. Nel 2004 solo il 38% degli italiani ha espresso una scelta, l'87% dei quali per la Chiesa Cattolica.
Gli 8 per mille dei contribuenti che preferiscono lasciare in bianco le sette caselle - nel 2004 il 62%, - vengono spartiti proporzionalmente tra le varie confessioni religiose e lo Stato, in base alla percentuale di preferenza dei contribuenti che hanno invece messo la crocetta. Il che significa che la Chiesa Cattolica incamera non solo l'87% dell'8 per mille di chi sceglie, ma anche l'87% dell'8 per mille di chi non sceglie. Nel 1999, ad esempio, la Chiesa di Roma si è aggiudicata 302 milioni di euro dai suoi generosi fedeli e 484 milioni di euro dagli italiani ignari. Allo Stato rimane solo il 10% dell'intera torta, e nemmeno protesta. Anzi, per i radicali di anticlericale. net, esiste «una chiara volontà di tenere la gente all'oscuro», scegliendo di non fare propaganda per sé e lasciando che il Vaticano spenda milioni di euro in pubblicità che chiedono l'8 per mille per opere benefiche, attività caritatevoli e missioni in terre bisognose. La Chiesa cattolica utilizza i fondi dell'8 per mille anche per il sostentamento del clero, mentre i valdesi solo per interventi di tipo sociale. Ciò significa che i contribuenti italiani pagano una buona parte dello stipendio a suore e parroci cattolici, spesso senza saperlo. Senza un'adeguata pubblicità governativa che informerebbe i cittadini sui reali termini di legge, la Chiesa Cattolica ha incassato nel 2004 quasi un miliardo di euro, mentre le altre confessioni, tutte insieme, non hanno superato i 20 milioni.
Non solo: spesso i governi italiani - e non solo quest'ultimo, dunque - decidono di usare i fondi pubblici provenienti dall'8 per mille per la Chiesa cattolica. Come? Magari pagando il restauro di meravigliose basiliche diroccate, proprietà del Vaticano. Secondo i termini di legge, lo Stato utilizza l'8 per mille che i contribuenti scelgono di destinargli per quattro finalità: calamità, fame nel mondo, assistenza ai rifugiati e beni culturali. Normalmente sono proprio quest'ultimi a succhiare il 50% delle risorse, e tra le voci vengono inserite le manutenzioni di molti beni di culto cattolico. Tra parentesi, è raro che alle voci "fame" e "calamità" venga assegnato qualche euro. Ne vengono assegnati molti, invece, a "fini di polizia": così ha deciso il governo Berlusconi nella legge finanziaria per il 2004 con una normativa che rimarrà in vigore fino al 2007. Le forze dell'ordine, a corto di denaro e mezzi, stanno beneficiando così dell'80% di quei soldi provenienti dall'8 per mille.
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